Le dieci donne d’acciaio del Ponte di ferro

Non gli basta la strage delle Fosse Ardeatine, no. Lo stato maggiore nazifascista vuole annientare anche il resto della popolazione romana. E così il generale Kurt Mälzer ordina di ridurre la razione di pane da 150 a 100 grammi al giorno. Poco, nero e ammuffito.

In più i trasporti funzionano male e circolano migliaia di carte per il pane falsificate. Sono tutti allo stremo. Ed è allora che, come spesso accade, nel momento della disperazione sono le donne a prendere in mano la situazione. E le donne di Roma assaltano i forni.

Ma è all’Ostiense, il 7 aprile 1944, che avviene l’indicibile: per rappresaglia contro l’assalto al forno Tesei, dieci donne vengono sorprese con pane e farina.

“Alla vista dei soldati nazisti -racconta Carla Capponi- cercarono di fuggire, ma quelli bloccarono il ponte mentre altri si disposero sulla strada: strette tra i due blocchi, le donne si videro senza scampo (…). Ne catturarono dieci, le disposero contro la ringhiera del ponte, il viso rivolto al fiume sotto di loro. Si era fatto silenzio, si udivano solo gli ordini secchi del caporale che preparava l’eccidio. Qualcuna pregava, ma non osavano voltarsi a guardare gli aguzzini, che le tennero in attesa fino a quando non riuscirono ad allontanare le altre e a far chiudere le finestre di una casetta costruita al limite del ponte. Alcuni tedeschi si posero dietro le donne, poi le abbatterono con mossa repentina “come si ammazzano le bestie al macello”.

Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia Loggreolo muoiono così, in quel 7 aprile 1944.

Le dieci donne d’acciaio della strage del ponte di ferro.