Stacey Abrams, nel blu rivinto di blu

Due anni fa prese una batosta alle elezioni. Per l’amarezza rinunciò pure a riconteggiare i voti. E pianse, pianse per dieci giorni.
 
Poi però.
 
Poi però si rialzò. Non si lagnò su come l’avessero fatta fuori gli imbroglioni o i cattivi, no. Era convinta di aver perso perché molte minoranze non erano state messe in grado di votare. Quindi, si disse, se mi servono più voti vediamo intanto di portare più gente a votare.
 
Ha fondato “Fair Fight“, un’organizzazione per registrare e responsabilizzare gli elettori, ha scritto un libro e ha co-prodotto un documentario per Amazon Prime, “All In: the Fight for Democracy”.
 
 
Se Kamala Harris è entrata nella storia dalla porta principale e se oggi ci entra pure il Reverendo Raphael Warnock come primo senatore nero della Georgia, e se Biden gli americani e tutto il cuccuzzaro oggi tirano -e noi pure- un sospiro di sollievo è anche merito suo: è merito di Stacey Abrams.
 
Perché sì, la vendetta a volte è un piatto che va servito freddo. Ma non devi necessariamente metterti tu in cucina.

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